Gemme di saggezza

La mia amica M. sa che faccio collezione di gemme di saggezza, e me ne ha regalate tante tutte assieme: mi è sembrato giusto condividerle sul blog…

Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, che l’ultimo fiume sarà inquinato, che l’ultimo pesce sarà pescato, vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato. (Profezia Cree)

L’uccellino che non lascia il nido non potrà essere dove matura il grano. (Burundi)

Il cammino attraverso la foresta è lungo solo se non si ama la persona che si va a trovare. (Congo)

Chi sa maneggiare un remo, trova sempre posto in una canoa. (Tanzania)

L’uomo non può prendere due sentieri alla volta. (Malì)

Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada. (Sudan)

Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina insieme. (Kenya)

Il sentiero che porta verso le persone amate non ha spine. (Duala)

Il bambino che non è mai uscito di casa pensa che solo sua madre sa fare bene il sugo. (Senegal)

Una freccia, quando è lanciata, non torna indietro. (Uganda)

La lingua e i denti a volte litigano con la bocca, ma ciò non impedisce che continuino a rimanere insieme. (Bantù)

Tratta tutti come se fossero tuoi parenti. (proverbio Navajo)

Lo stato di diritto non è gratis (di Metilparaben)

Dopo l’esecuzione – in puro stile Far West – del Principe del Male, Osama Bin Laden, i commenti si sono sprecati. Ne ho trovato uno sul blog di Alessandro Capriccioli, Metilparaben, che mi è piaciuto molto. Lucido e del tutto condivisibile. Lo riporto qui, con molti ringraziamenti ad Alessandro per le sue parole.

Ok, adesso mi rimane solo il problema di spiegare ai miei figli come sia possibile che nell’occidente progredito -e cristiano, come si ostinano a precisare ogni volta che possono i governanti di mezzo mondo- si scenda in strada a festeggiare con balli e trombette e si rilascino esaltate dichiarazioni di gioia per il fatto che un tizio cattivo sia stato non catturato, arrestato, imprigionato, ma deliberatamente ammazzato inseme ad altri quattro -tra cui il figlio- con un colpo di rivoltella che gli ha fatto chirurgicamente schizzare il cervello fuori dal cranio, e che il suo cadavere sia stato successivamente buttato in mare come un cane morto.
Lo stato di diritto, checché ne pensi chi adesso va ripetendo “ben gli sta”, è praticabile soltanto se si è disposti a sostenere dei costi elevatissimi: e uno di quei costi, forse il più importante di tutti, è la rinuncia definitiva e incondizionata alla vendetta.
Quelli che vorrebbero tenerselo gratis o non ci hanno capito niente, oppure sono in malafede.

Ti prego, ascoltami

Nel mio percorso, iniziato da poco, sul counseling e la relazione di aiuto, sto imparando molto.
Una delle cose che più mi colpiscono è il reale significato dell’ascolto. Qualcuno, per spiegarlo meglio, parla di “ascolto attivo”.
Ieri sera, alla fine della lezione, ci è stata distribuita una fotocopia, con un testo bellissimo, che mi ha colpito molto. L’ho cercato su Internet, ho trovato l’originale in inglese, e i riferimenti. E ho pensato di postarlo qui, per condividerlo con te.

Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu inizi a darmi consigli, non fai ciò che ti ho chiesto.
Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu inizi a spiegarmi perché non dovrei sentirmi in quel modo, tu calpesti i miei sentimenti.

Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu pensi di dover fare qualcosa
per risolvere il mio problema, mi hai frainteso, per quanto strano possa sembrarti.

Ascolta! Tutto ciò che ti ho chiesto è che tu mi ascolti:
non parlare, non fare, semplicemente ascoltami.

I consigli costano poco. Con pochi soldi potrei trovarli su qualsiasi rivista.

Io posso farcela da solo. Non sono impotente.
Avvilito sì, forse anche esitante, ma non sono privo di risorse.

Quando fai per me ciò che io potrei fare da me, tu aumenti le mie paure.
E il mio senso di inadeguatezza.

Ma quando semplicemente accetti, come un dato di fatto, che io provo ciò che provo,
per quanto assurdo possa sembrarti, allora posso smettere di convincerti
e provare davvero a capire cosa c’è dietro i miei sentimenti irrazionali.

E quando finalmente questo si chiarisce, anche le risposte diventano evidenti
e non mi servono consigli.
I sentimenti irrazionali acquistano un significato quando si comprende ciò che nascondono.

Forse è per questo che la mia preghiera a volte funziona, con certe persone…
perché Dio è muto e non dà consigli. Non corregge.
Lui (o Lei) semplicemente ascolta e ti lascia lavorare, per arrivare a comprendere da solo.

Dunque, ti prego, ascolta e senti ciò che dico.
E se anche tu vuoi parlare, aspetta: tra un attimo sarà il tuo turno
e allora sarò io ad ascoltarti.

[dal libro di Thomas Gordon, “Relazioni efficaci. Come costruirle, come non pregiudicarle”, Ediz. La Meridiana, 2005]

suor Eugenia Bonetti – “Donne, non merci”

Suor Eugenia Bonetti si occupa della tratta di donne e minori:
“La prostituzione del corpo e dell’immagine della donna è ormai diventata parte integrante della cultura di questo Paese”.
Questo è il testo dell’intervento di suor Eugenia in piazza
del Popolo, a Roma, durante la manifestazione in difesa della dignità della donna.

Il mio saluto caloroso e affettuoso e il mio grazie a tutto il mondo femminile qui presente per chiedere il rispetto per la dignità della donna. Sono suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, vissuta in Africa per 24 anni, dal 1993 impegnata in un centro Caritas di Torino dove ho conosciuto il mondo della notte e della strada e dove ho incontrato il volto, le storie, le sofferenze, la disperazione e la schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di una vita confortevole per trovarsi poi nelle maglie della criminalità.

Dal 2000 lavoro a Roma come responsabile dell’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) per coordinare il servizio di centinaia di religiose che operano sulle strade, nei centri ascolto, nei centri di detenzione ed espulsione e soprattutto nelle case famiglia per il recupero di tante giovani vite spezzate.

Sono qui a nome di queste suore che ogni giorno operano silenziosamente e gratuitamente con amore, coraggio e determinazione nel vasto mondo dell’emarginazione sociale per ridare vita e speranza. Sono qui per dare voce a chi non ha voce, alle nuove schiave, vittime della tratta di esseri umani per sfruttamento lavorativo e sessuale, per lanciare un forte appello affinchè sia riconosciuta la loro dignità e ripristinata la loro vera immagine di donne, artefici della propria vita e del proprio futuro. A nome loro e nostro, che ci sentiamo sorelle e madri di queste vittime, diciamo basta a questo indegno e vergognoso mercato del mondo femminile.

Questo grido nasce dalla nostra esperienza concreta, dalla nostra vita vissuta ogni giorno a contatto con tante giovani trafficate e sfruttate dai nostri stessi stili di vita e alle quali sono negati i fondamentali diritti umani. Purtroppo l’immagine che viene trasmessa in tanti modi e forme, dai media, dalla pubblicità e dagli stessi rapporti quotidiani tra uomo-donna è l’immagine del corpo della donna inteso solamente come oggetto o strumento di piacere, di consumo e di guadagno, misconoscendo invece l’essenziale che lo stesso corpo umano racchiude: una bellezza infinita e profonda da scoprire, rispettare, apprezzare e valorizzare.

Le costanti notizie di cronaca che in queste ultime settimane si susseguono in modo spudorato sui nostri giornali e nelle trasmissioni televisive e radiofoniche ci sgomentano e ci portano a pensare che siamo ancora molto lontani dal considerare la donna per ciò che è veramente e non semplicemente un oggetto o una merce da usare. Quale immagine stiamo dando della donna e del suo ruolo nella società e nella famiglia a prescindere dai fatti di cronaca, dalla veridicità o meno di ciò che ci viene presentato?

In questi ultimi tempi si è cercato di eliminare la prostituzione di strada perché dava fastidio e disturbava i sedicenti benpensanti. Abbiamo voluto rinchiuderla in luoghi meno visibili, pensando di aver risolto il problema, ma non ci rendiamo conto che una prostituzione del corpo e dell’immagine della donna è diventata ormai parte integrante dei programmi e notizie televisive, della cultura del vivere quotidiano e proposta a tutti, compresi quei bambini che volevamo e pensavamo di tutelare. Tutto questo purtroppo educa allo sfruttamento, al sopruso, al piacere, al potere, senza alcuna preoccupazione delle dolorose conseguenze sui nostri giovani che vedono modelli da imitare e mete da raggiungere.

La donna è diventata solo una merce che si può comperare, consumare per poi liberarsene come un qualsiasi oggetto “usa e getta”. Troppo spesso la donna è considerata solo per la bellezza e l’aspetto esterno del suo corpo e non invece per la ricchezza dei suoi valori veri di intelligenza e di bellezza interiore per la sua capacità di accoglienza, intuizione, donazione e servizio, per la sua genialità nel trasmettere l’amore, la pace e l’armonia, nonché nel dare e far crescere la vita.  Il suo vero successo e il suo avvenire non possono essere basati sul denaro, sulla carriera o sui privilegi dei potenti, ma deve essere fondato sulle sue capacità umane, sulla sua bellezza interiore e sul suo senso di responsabilità.

Durante questi lunghi anni di impegno e servizio alla donna la nostra rete di religiose si è allargata e consolidata non solo in Italia ma anche nei Paesi di origine, transito e destinazione. Abbiamo creato le basi per un vero lavoro educativo di informazione, prevenzione e reintegrazione, come pure di condanna per quanti, in modi diversi, usano e abusano del corpo della donna la cui dignità non si può mercanteggiare o pagare perché è un dono sacro da rispettare e custodire. Non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a quanto oggi accade in Italia nei confronti del mondo femminile. Siamo tutti responsabili del disagio umano e sociale che lacera il Paese.

E’ venuto il momento in cui ciascuno deve fare la sua parte e assumersi le proprie responsabilità. Per questo come religiose rivolgiamo un forte appello alle autorità civili e religiose, al mondo maschile e maschilista che non si mette in discussione, alle agenzie di informazione e formazione, alla scuola, alle parrocchie, ai gruppi giovanili, alle famiglie e in modo particolare alle donne affinché insieme possiamo riappropriarci di quei valori e significati sui quali si basa il bene comune per una convivenza degna di persone umane, per una società più giusta e più libera, con la speranza di un futuro di pace e armonia dove la dignità di ogni persona è considerato il primo bene da riconoscere, sviluppare, tutelare e custodire.

A tutti il mio grazie per la vostra attenzione e per il vostro impegno a favore della dignità della donna.

suor Eugenia Bonetti

Pietà l’è morta

Mentre a Roma quattro poveri bambini muoiono bruciati vivi nella loro baracca, ultime vittime di una politica che ama esibire la faccia feroce degli sgomberi, all’insegna del vecchio motto “legge e ordine”, a Fossalta di Piave – profondo Nord – un altro sindaco decide di dare una lezione ai poveri cristi, e per farlo sceglie una bambina di 4 anni.

Traggo la notizia dal sito internet del “Gazzettino”, quotidiano diffuso in tutto il Veneto, e non aggiungo commenti.

VENEZIA – Niente buoni pasto ceduti dalle maestre di un asilo per far mangiare in mensa una bimba di 4 anni, figlia di immigrati in difficoltà. A proibire il gesto di solidarietà è il sindaco leghista di Fossalta di Piave (Venezia), Massimo Sensini, che ha opposto un secco no al gesto di quattro maestre e due bidelle della scuola d’infanzia, che si erano private del loro buono pasto pur di permettere alla piccola di mangiare.

Maestre e bidelle avevano preso carta e penna per ufficializzare in una lettera alla direttrice la loro decisione. «Il buono pasto non si può cedere – afferma il sindaco – e soprattutto non può essere istituzionalizzato il suo regalo a chi si vuole. È inammissibile». La bimba è figlia di una coppia di immigrati – padre del Senegal e madre del Ciad – che vive in Italia da alcuni anni. Da quando il padre è partito per il Belgio in cerca di lavoro, come sottolinea “il Fatto quotidiano”, la famiglia si trova in gravi difficoltà: la madre non parla l’italiano e deve mantenere oltre alla bimba altri quattro figli, tutti di età compresa tra uno e otto anni.

«Sono già aiutati dal Comune – puntualizza Sensini, precisando che il capofamiglia è un islamico integralista – che ha tagliato il costo del buono pasto da 4 euro e 45 centesimi a 2». Il sindaco sostiene di essersi mosso nella vicenda “in punta di piedi”, ma di non poter fare diversamente: «Il 98% dei buoni pasto ridotti viene dato agli extracomunitari perché sono quelli che dichiarano il minor reddito e il maggior numero di figli». Attorno alla famiglia di immigrati si è stretta comunque una rete di solidarietà: qualcuno, rimasto anonimo, proprio oggi ha pagato di tasca propria tre blocchetti di buoni pasto per far mangiare la piccola, mentre la famiglia è ospitata a titolo gratuito nell’abitazione di un ex assessore comunale del Pd, a pochi passi dall’asilo.

Una mensa scolastica (da nuovaresistenza.org)

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=137426&sez=NORDEST

Ho scritto una mail al Sindaco. Ricordandogli che dovrebbe farsi guidare dalla Costituzione Italiana nel suo operato. Ad esempio, dall’articolo 31.


Due gemme di saggezza

Ho un vecchio quaderno a righe, le pagine ormai ingiallite, sul quale da molti anni trascrivo citazioni e frasi sagge che incontro lungo la vita. Un po’ a futura memoria, un po’ per poterle condividere con gli amici, magari per accompagnare un regalo.

Stamattina scorrevo il quaderno alla ricerca di una frase, quando me ne son cadute sotto gli occhi altre due, che mi piacciono molto. E ho pensato che potevano starci bene, qui sul blog.

La lentezza non equivale all’incapacità di adottare un ritmo più rapido. Si riconosce dalla volontà di non accelerare i tempi, di non lasciarsi mettere fretta, ma anche di aumentare la nostra capacità di accogliere il mondo e di non dimenticarci di noi stessi strada facendo.
Pierre Sansot, filosofo (citato da Gianni Mura)

Siate figli del vento, gente del cammino, diffidenti verso le sistemazioni, le istituzioni e le regole formulate troppo bene.
Giovanni Vannucci

Buona domenica e buona vita a tutte e tutti voi!